Per me sono il sinonimo dell’estate: le scarpe del grande caldo, delle vacanze al mare o in campagna, di quell’abbigliamento che i francesi definiscono “chic et décontracté”, un’espressione che indica un look casual e raffinato insieme.Sceglierle è il mio rito di inizio giugno e ci metto sempre un bel po’ di tempo prima di decidermi! Sì, perché le espadrillas non sono mica tutte uguali: tra le fantasie della stoffa, l’altezza della suola (rigorosamente di iuta!), la presenza o meno dei lacci da avvolgere attorno alla caviglia c’è da perderci la testa! In realtà il modello tradizionale, con la punta di corda, la tomaia tagliata in un solo pezzo e la suola piatta, si mantiene inalterato da secoli, almeno dal XIV secolo quando era la scarpa dei contadini dei Paesi Baschi e della Catalogna. Ma poi, soprattutto da quando – negli anni Ottanta – sono tornate prepotentemente di moda, i produttori si sono sbizzarriti e oggi si trovano tantissime varianti, più o meno azzeccate e più o meno griffate. Le più belle? A mio parere quelle che nei materiali, cotone e iuta, rispettano le caratteristiche del passato. Non amo la tomaia in pizzo (a meno che non sia all’uncinetto) o in pelle, soprattutto non sopporto la suola interamente in gomma che, al contrario di quella in fibra naturale, non fa traspirare il piede ed è quindi meno sana e anche meno ecologica. Se si resta nel solco della tradizione le top di gamma sono senz’altro le Castañer.
photo: CASTAÑER, selected MYTHERESA, www.mytheresa.com, image courtesy TRENDFORTREND
Innanzitutto i tessuti sono bellissimi sia per qualità sia per le fantasie: mitici i quadretti Vichy, strepitose le tele lavate, particolari le sfrangiate e le sfilacciate, per non parlare dei rigati che immediatamente ti trasformano in una tropézienne. Le suole sono una più glamour dell’altra, soprattutto nella versione zeppa: ce ne sono neutre e in tinta unita, tricolori e arricchite con il lurex. E non dimentichiamo i laccetti che aggiungono un tocco sexy, molto particolare in una scarpa così basic! Anche la storia dell’azienda è particolare perché sembra uscita da un romanzo. Siamo a Banyoles, un paesino vicino a Girona: qui nel 1927 Luis Castañer e Tomas Serra, cugini fra loro, aprono un laboratorio per produrre le tipiche scarpe di pezza del luogo, appunta le espadrillas (che qui vengono chiamate alpargatas). Gli affari vanno a gonfie vele fino allo scoppio della guerra civile, quando l’azienda –ormai si può definirla così visto che è arrivata ad assumere un centinaio e più di operai – viene nazionalizzata dai repubblicani con il compito di produrre scarpe per i soldati. La fine della guerra e l’ascesa al potere di Franco segna anche il ritorno dell’azienda nelle mani della famiglia Castañer. Le cose però vanno malissimo: la Spagna è stremata, i consumi sono al minimo e i gusti della gente si stanno allontanando dai prodotti locali. L’azienda, nelle mani ora di Lorenzo Castañer e di sua moglie Isabel, è sull’orlo del fallimento. Ma i due non si danno per vinti, lavorano sul prodotto introducendo il colore (prima di allora le espadrillas erano solo bianche o nere), vanno alle fiere all’estero per farsi conoscere. E proprio all’estero, più precisamente a Parigi, nel 1970 l’incredibile colpo di fortuna: un giovanissimo Yves Saint Laurent entra nel loro stand e chiede se è possibile fare espadrillas con la zeppa, le vuole in satin per abbinarle ad abiti eleganti. La risposta è ovviamente sì nonostante Lorenzo non abbia nemmeno idea se sia possibile realizzarle. Isabel ricorderà anni dopo l’estrema difficoltà del prototipo che però alla fine riesce e soddisfa il couturier. Comincia così la consacrazione internazionale: le collaborazioni con famosi stilisti si moltiplicano, attrici e vip si fanno fotografare con le espadrillas della maison ai piedi, i negozi di mezzo mondo le richiedono a gran voce. Un successo travolgente che continua ancora oggi. L’ultima soddisfazione è stata la capsule collection disegnata dal celeberrimo Manolo Blanhik: in tantissimi colori, tutti superchic, abbina un grintoso stiletto alle caratteristiche tipiche delle espadrillas, compresa la suola in corda. Non credo riuscirò a resistere…
photo: CASTAÑER BY MANOLO BLAHNIK, selected MYTHERESA, www.mytheresa.com, image courtesy TRENDFORTREND
photo di apertura: ©Istock